La chiamiamo pubblicità, spot, reclame,… In realtà parliamo dell’invenzione più geniale che l’uomo abbia potuto creare, più della ruota, della leva, del motore a scoppio,… del tofu!
La pubblicità esisteva già nell’antichità: sui muri di Pompei, ad esempio, erano scritti slogan di propaganda politica o indicazioni di dove poter andare a consumare del buon vino o a consumare e basta! Ci siamo capiti, vero? Ma la pubblicità ha raggiunto l’apice con l’avvento della televisione. Chi non ricorda lo storico “Carosello” che faceva più audience di quanta non ne faccia Maria De Filippi con “C’è posta per te” e del quale hanno provato invano a fare una riedizione negli ultimi anni? Il Carosello era un appuntamento atteso da grandi e piccini: si aspettava per vedere le storielle comiche che avevano per protagonisti attori molto noti “e dopo Carosello, tutti a nanna!”.
Oggi la pubblicità è ovunque, sui giornali, in tv, in internet e, diciamola tutta, è anche troppa: i giornali contengono più pagine di pubblicità che di articoli; in televisione c’è un’interruzione pubblicitaria mediamente ogni dieci minuti di trasmissione (ed è entrata anche nei telegiornali) e in rete? In rete c’è un bombardamento massiccio di pubblicità: non c’è pagina del web che non abbia almeno un banner pubblicitario o un “pop up” che si apre coprendo proprio la parte più interessante dell’articolo che state leggendo (e non ditemi che non lo trovate fastidioso!).
Il bello della pubblicità è il mondo che descrive: un mondo ideale, quasi fiabesco. Chi di voi non ha mai sognato di arrivare in cima al Monte Bianco, senza accusare un minimo di stanchezza, per godere del panorama mozzafiato che si può ammirare da lassù mangiando una barretta di cioccolato finissimo? Nella realtà, la maggior parte di noi rantola dopo aver fatto solo due rampe di scale e non si sogna nemmeno di scalare il Pollino… figuriamoci il Monte Bianco!!! E, a proposito di bianco, che ne dite della fantastica famiglia sempre pimpante e allegra (tutti perfettamente vestiti e col sorriso sulle labbra sin dalle prime luci dell’alba) che vive nel candido mulino e che fa colazione a base di fragranti biscotti, succulente merendine, cornetti straripanti di crema al cioccolato? E sono tutti magri!!! Nelle case reali la colazione, se si fa, si fa diversamente: al suono della sveglia, ci si alza e ci si trascina in cucina con gli occhi spenti, i capelli sconvolti, il trucco sbavato del giorno prima, la guancia “stropicciata” e senza ombra di sorriso sulle labbra, anzi col broncio di chi vorrebbe essere ancora tra le braccia di Morfeo. Si prepara e si beve un caffè e, sempre con l’entusiasmo di un condannato al patibolo, ci si avvia verso il bagno. E il primo accenno di vitalità con un abbozzo di sorriso si palesa soltanto dopo il terzo caffè del mattino.
Ma la pubblicità che più ha segnato la mia vita sin dall’infanzia è stata quella di un detergente per pavimenti. Lo spot presentava una donna alta e bella alle prese col lavaggio di un pavimento a scacchi bianco e nero. Improvvisamente arrivava la figlia, una via di mezzo tra una cicala ubriaca e una deficiente allo sbaraglio con le sue scarpine rosse sui calzettoni bianchi e il cappottino, che saltellava come se stesse giocando a “campana”. Si fermava, guardava la madre e le domandava con vocina acuta: “Mamma, vado di là a giocare?”. La sua dolcissima mamma le sorrideva accondiscendente e le rispondeva amabilmente: “Nooooo, stai qui con me!”. Nella realtà le cose sarebbero state molto diverse: innanzitutto la mamma avrebbe indossato abiti da casa e ciabatte, non una gonna a tubino, una camicia e un tacco sette; a veder entrare in casa sua figlia le avrebbe lanciato addosso la mazza come fosse stata un giavellotto, trafiggendola; subito dopo avrebbe iniziato a gridare: “Idiotaaaaa!!! Non vedi che è bagnatooooo? Dove c**zo vaiiiiiiii?” e poi avrebbe continuato ad inveire e imprecare come Linda Blair ne “L’esorcista”! E non ditemi che a voi non è mai successo niente di simile perché non vi credo!!! A me è successo, giavellotto a parte. Ed è stato proprio in quel momento che ho realizzato quanto sia ingannevole la pubblicità!
Ma adesso parliamo dei prodotti pubblicitari: il famoso gelato a tre gusti col biscotto che assicurava dieci morsi, dieci, lo ricordate? Qualcuno di voi è mai riuscito a mangiarlo in più di sette o otto morsi? E la torta gelato che sembra enorme e poi, quando la vedi nel banco frigo del supermercato, ti viene da chiederti se non sia monoporzione? E la crema antizanzare che non unge e non appiccica e nemmeno ti evita le punture delle zanzare, anzi ti garantisce che ti si attacchino addosso anche i moscerini facendoti somigliare ai fanali di un’automobile dopo un lungo viaggio? E i pacchetti delle patatine con il contenuto sempre perfettamente integro? E vogliamo parlare delle gomme da masticare che garantiscono di poter fare palloni enormi che, se non ci stai attento, prendi il volo come i protagonisti del film “Up”? La lista dei prodotti è ancora tanto lunga ed evito di parlare dei cornetti pubblicizzati da un noto attore americano che, rimasto senza lavoro, si è dato alla panificazione e, per questo, si è trasferito nel suo mulino (non quello della famiglia di prima, un altro… che poi, lo avete mai visto un mulino ad acqua in Italia?). Lui i cornetti li riempie da una punta all’altra. Chiacchiereeeeeeee! A quell’attore vorrei dire di non lamentarsi se la sua carriera è in picchiata e l’unica anima viva a fargli compagnia è una gallina: gli sta bene, così impara ad illudere la gente!!!
Perché la gente, alla pubblicità, ci crede! Non so per quale strano meccanismo mentale, ma ognuno di noi si lascia influenzare sempre dalla pubblicità eppure sappiamo bene tutti che la pubblicità mente e, spesso, anche spudoratamente! Forse siamo troppo fiduciosi e speranzosi e ad ogni nuovo spot che promette anche l’impossibile noi vogliamo credere. Perché, in fondo, noi abbiamo bisogno di credere in qualcuno o in qualcosa, anche nelle favole.
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