Lo ammetto senza fatica: sono logorroica e non riesco a guarire!
Lo so, lo so! Noi logorroici spesso diventiamo insopportabili! Non facciamo altro che parlare, parlare, parlare… fino a quando qualcuno non ci dice che stiamo per fargli esplodere la testa.
È proprio per questo motivo che io porto in borsa un paio di cachet. Non sono per me, ma per le mie vittime!!! Io soffro raramente di mal di testa, forse perché non sono costretta ad ascoltare quel che dicono gli altri: tanto io parlo abbastanza anche per loro!
Una persona logorroica è consapevole di esserlo (raramente si incontrano “malati” inconsapevoli), ma il desiderio di parlare ha sempre il sopravvento, anche sulla volontà di tacere e sulla consapevolezza che, in quel momento, sta esagerando.
I logorroici, poi, sono dei pessimi ascoltatori. Provate ad osservare di nascosto un logorroico che guarda la tv o legge un articolo di giornale: in breve inizierà a parlare… da solo! No, non è pazzo, credetemi! È solo che proprio non riesce a fare a meno di parlare, anche se sa che ad ascoltarlo ci sono solamente i muri intorno. E non serve a niente spiegargli che, contrariamente a quanto afferma un detto popolare, i muri NON hanno orecchie! figuriamoci se può riuscire a tacere di fronte ad un essere vivente dotato di orecchie!
Chi si relaziona con un logorroico sa di dover soccombere. Ecco perché, di solito, una persona logorroica si accompagna ad un buon ascoltatore. È la legge della compensazione.
Io, tra i logorroici, sono una della peggiore specie: non soltanto amo parlare e difficilmente mi fermo, non soltanto ho una limitata capacità di ascolto, ma ho anche una passione sviscerata per la scrittura (si sarà capito?) E non ho il dono della sintesi!
Già! Il logorroico per antonomasia cerca sempre la via più lunga per esprimere un concetto. Guai a sintetizzarlo. Teme di non essere abbastanza chiaro e, inoltre, ama così tanto ascoltarsi mentre parla che, sintetizzare lo priverebbe del suo più grande piacere. Scherziamo?
Ma c’è logorroico e Logorroico. La distinzione tra minuscola e maiuscola è importante. Il primo, il logorroico con la minuscola, è una persona che parla tanto, ma che nel suo parlare mette pochi contenuti o di scarsa qualità… quindi la noia e la sonnolenza nei suoi ascoltatori faranno presto capolino. L’altro, il Logorroico con tanto di maiuscola, è una persona che nel suo monologo riesce ad inserire contenuti di spessore, magari arricchiti da una certa padronanza di un lessico ricercato, talvolta aulico. Questo di sicuro riuscirà a tenere svegli i suoi uditori che, forse, riusciranno (se gli dice bene!) a prender parola ogni tanto, possibilmente per alzata di mano e magari per fare domande o per dire la propria… purché sinteticamente. Se non sarà sintetico, fidatevi che la persona logorroica lo interromperà dicendo la fatidica frase “Ho capito cosa vuoi dire!”.
Immagino che qualcuno di voi Lettori, in questo momento stia annuendo o accennando un sorrisino. Lo so, ci ho preso! È come se riuscissi a vedervi. Starete sicuramente pensando che è proprio così e che vi è capitato un sacco di volte di sentirvi apostrofare con “Ho capito cosa vuoi dire!”.
Qualcun altro, invece, starà pensando che quella frase la dice spesso. Se sta accadendo… sei una persona logorroica anche tu. Fattene una ragione! In fondo non è una malattia mortale e la consapevolezza è il primo passo verso la guarigione… ammesso che si possa guarire!
Sono una terza tipologia di logorroica. Parlo molto, spesso saltando di palo in frasca. Quando racconto una storia la interrompo sempre per aggiungere aneddoti e curiosità. Se inizio a parlare di un argomento che mi piace vado come un treno e parlo così tanto da “annodarmi la lingua”. MA, a differenza degli altri logorroici, so ascoltare. Se vengo interrotta ascolto con interesse ciò che ha da dire l’altro, a meno che non mi stia facendo una predica, e quando l’altro finisce riparto nel mio turbine di interminabili parole. Leggere e parlare sono il mio hobby, consiglio a tutti i logorroici di tentare una carriera da avvocato, scommetto in delle arringhe affascinanti e vincenti.
Ciao Denisa. Invidio (ovviamente in modo bonario) la tua dote di buona ascoltatrice. Vorrei riuscirci anch’io, ma spesso ascoltare gli altri mi dà noia. La mia non è cattiveria o mancanza di educazione: semplicemente, riesco a prevedere dove vogliano andare a parare le persone e, in molte occasioni, proprio non mi va di ascoltare le ovvietà. Lo so: sono una brutta persona!