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Nelle tragedie si riconosce una vera Nazione

Nel dolore si riconosce una vera NazioneOggi mi sento più italiana di ieri! Oggi sento di far parte di un unicum fatto di persone capaci di lottare unite contro le avversità e contro i drammi. Oggi sento di appartenere ad una Nazione.

Perché oggi e non ieri? Perché non durante le Olimpiadi?

Semplice! È troppo facile sentirsi orgogliosi e nazionalisti stando seduti su un comodo divano mentre uno sportivo del nostro Paese sale su un podio olimpico con al collo una medaglia.

Invece è difficile sentirsi appartenere ad una Nazione quando, ogni giorno, tv e giornali, radio e internet ci bombardano di notizie di una politica troppo lontana dagli interessi del popolo e troppo vicina agli interessi delle banche, in cui le battaglie politiche non si fondano su alti ideali, ma su beceri interessi particolari e personali.

Perché oggi e non ieri? Perché, come già è successo per altri fatti luttuosi e tragedie che hanno colpito la nostra terra, oggi mi accorgo di quanto ci sia di buono tra noi italiani.

Sappiamo unirci nel dramma, sappiamo prestare il nostro aiuto a chi ne ha bisogno, anche rinunciando a qualcosa di indispensabile per noi.

Sappiamo bene che non è un periodo facile per la nostra economia: siamo tutti in crisi, noi comuni mortali! Eppure proprio noi che facciamo fatica a far quadrare i conti a fine mese ci stiamo prodigando affinché il dramma sia un po’ meno devastane per i nostri connazionali meno fortunati.

Certo, tutto quello che potremo fare non servirà a cancellare le ferite dell’anima di chi ha perso tutto, dagli affetti alle cose materiali acquistate con sacrificio, ma potrà far sentire loro che siamo tutti disponibili, per come possiamo, ad asciugare le lacrime di chi soffre e che quelle lacrime sono anche le nostre.

Non mi stancherò mai di dire che sono orgogliosa di questa Italia! Sono fiera di appartenere ad una nazione di piccoli eroi del quotidiano che di eroico non hanno nulla se non il cuore grande… ed è quello che ci rende speciali!

Florinda

Florinda

Nata a Bari e cresciuta nell'hinterland, zitella per scelta altrui, da sempre "personaggio" controcorrente, si spende affinché la Cultura diventi di moda più dei tatuaggi (lei ne ha 9... per ora!) e i giovani imparino che essere individualisti (con una puntina di egocentrismo) è decisamente più appagante del farsi inglobare in un unicum omologato fatto di rituali e convenzioni. Se un dio esiste, lei gli ha chiesto in dono un cervello funzionante rinunciando ad un bel décolleté!

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