E sono qui, alle 3:00 del mattino di questo 25 Dicembre, a guardare la tv. Su Rete 4 sta andando in onda la replica di una trasmissione di trent’un anni fa. Un giovane Marco Columbro lancia un servizio annunciando: “Babbo Natale vive in Svizzera!”. E io mi ritrovo ad alzare il sopracciglio e a pensare: “Esistesse davvero, andrei a trovarlo a casa”.
Eppure, poche ore fa, Babbo Natale era sul tetto di casa di mia zia e i bambini della mia famiglia, chi con gli occhi pieni di stupore e chi – già più grande e scettico – con lo sguardo attento e indagatore, erano tutti col naso all’insù in attesa dei doni che, puntuali, sono arrivati. Anch’io ero lì, con loro, ma non certo per lo spettacolo allo stesso tempo simpatico e imbarazzante che vedeva mio fratello come protagonista mentre stava rischiando la noce del collo pur di regalare un sogno a suo figlio e ai cuginetti per un altro anno.
Ero persa in uno spettacolo assai più grande: quello del sorriso innocente di una bimba di due anni che spalancava gli occhietti e agitava le manine verso l’omone che mandava giù i pacchetti. A pochi metri da lei, invece, i bimbi più grandi, uno dei quali ha già capito che Babbo Natale non esiste e ha rischiato di distruggere i sogni della cuginetta, nonostante gli sforzi di noi adulti affinché tutto filasse liscio e loro non si accorgessero dell’inganno.
Li guardavo sorridente, ma un senso di tristezza mi ha pervasa. In quei bambini ho rivisto me ed ho ricordato i tempi in cui apparivano magicamente i doni di Babbo Natale sotto il mio albero e, prima di aprirli, restavo un attimo stupita e col cuore che batteva all’impazzata dalla gioia. Era un momento magico!
E poi, un giorno, la magia è finita. Son bastate quattro parole: BABBO NATALE NON ESISTE.
All’improvviso mi sono sentita una bambina delusa, derubata perché quello in cui ti rubano Babbo Natale è il momento in cui perdi la parte più bella della tua infanzia, quella in cui credi che tutto è possibile. Attenzione: tutto “è possibile” e non “sia possibile”! Di colpo, con Babbo Natale e le sue renne, su quella slitta, si allontanano per sempre tante certezze dell’infanzia.
Cosa non darei per tornare a quel periodo fatto solamente di certezze! Tornerei volentieri a scrivere la letterina e a chiedere a quell’uomo ciccione e rubicondo dei doni anche per me… nella certezza di riceverli, insieme alla sua letterina di complimenti per essere stata buona e brava (cosa che nel mio caso era vera… e lo è ancora!).
Insomma: ridatemi Babbo Natale! Sono anche disposta a pagare il riscatto!
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