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Angelo Duro come Batman: l’eroe di cui abbiamo bisogno, ma non lo sappiamo.

Ieri sera ho visto la prima data di questa stagione dello spettacolo di Angelo Duro, “Sono cambiato“, e mi è piaciuto. Anche tanto.
Non lui. Lo spettacolo!

Mentre ascoltavo il suo irriverente monologo, non senza amarezza, pensavo: “Ha ragione!”, “Azz… è vero!”, “Già!”,…
Mi ritrovavo a ridere sino alle lacrime del suo sarcastico cinismo, del suo brutale menefreghismo verso il prossimo, del suo essere sopra le righe ed esserlo in modo fastidiosamente scorretto.

Sì, perché gli spettacoli di Angelo Duro non sono i classici one man show alla Fiorello: quegli spettacoli che coccolano il pubblico con gag e canzoni splendidamente interpretate. E nemmeno ricordano il meraviglioso “A me gli occhi, please” del mitico Proietti.
Anche loro prendono in giro la nostra italica società, ma con toni delicati, quasi a voler dire allo spettatore “Sono uno di Voi”.

Il personaggio Duro no! Lui ci tiene a porsi su un gradino più alto, a guardare il suo pubblico con una dose di spocchia, di sussiego che ne basterebbe la metà per fartelo odiare. E, dal palco, afferma risoluto di essere migliore degli “idioti che pagano per sentirlo” (parole sue, condivisibili) ed essere maltrattati.

Stanotte, come spesso accade, ripensavo allo spettacolo.
E non solo! Mentre tornavamo alle auto, dietro di me camminava una ragazzetta poco più che ventenne. Si diceva indignata e oltraggiata da ciò che aveva sentito.
In quel preciso istante mi è balenata alla mente la frase del commissario Gordon “Perché Batman è l’eroe che Gotham merita, ma non quello di cui ha bisogno adesso. E quindi gli daremo la caccia. Perché lui può sopportarlo. Perché lui non è un eroe, è un guardiano silenzioso che vigila su Gotham. Un Cavaliere Oscuro“.

Miei cari Lettori, ora Vi starete chiedendo come possa io accostare Angelo Duro a Batman. Vero? Presto detto!
La nostra è una società sempre più buonista e bacchettona.
Viviamo circondati da persone sottoposte alla lobotomia di quell’area del cervello destinata alla comprensione dell’ironia e del sarcasmo. Siamo diventati troppo “politicamente e socialmente corretti“.

Ormai si fa fatica a potersi esprimere liberamente perché bisogna contare fino a 10 per non risultare offensivi verso qualcuno. Parole come ciccione, disabile, vecchio, negro o, ancora, spazzino, bidello, portantino,… diventano insulti anche quando sono proferite senza l’intento di ledere l’altrui dignità.
Angelo Duro se ne frega. Anzi, per dirla come farebbe lui, se ne fotte! E fa bene!!!

Si esagera col buonismo e con la sensibilità ostentata fino a risultare melensi, stucchevoli e finti come banconote da 7euro. I nostri cervelli, così, rischiano di addormentarsi. E dal sonno al coma dei neuroni è un attimo! E, così, condanniamo a morte certa anche l’ironia e il sarcasmo. E le risate che le battute ironiche o sarcastiche portano con loro… per chi è ancora in grado di coglierle. Si intende!
Abbiamo dunque bisogno di personaggi come Angelo Duro, ma non ce ne rendiamo conto! Ci servono personaggi capaci di regalarci risate amare e spunti di riflessione mentre ci prendono metaforicamente a ceffoni e a calci in culo!

Florinda

Florinda

Nata a Bari e cresciuta nell'hinterland, zitella per scelta altrui, da sempre "personaggio" controcorrente, si spende affinché la Cultura diventi di moda più dei tatuaggi (lei ne ha 9... per ora!) e i giovani imparino che essere individualisti (con una puntina di egocentrismo) è decisamente più appagante del farsi inglobare in un unicum omologato fatto di rituali e convenzioni. Se un dio esiste, lei gli ha chiesto in dono un cervello funzionante rinunciando ad un bel décolleté!

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