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Non si rischia di morire, ma di vivere

Non si rischia di morire, ma di vivereNon si rischia di morire… si muore, prima o poi. Dobbiamo esserne consapevoli, anche se qualcuno può non accettarlo. In fondo a chi non piacerebbe essere immortale? O quanto meno poter vivere qualche centinaio di anni in più, giusto per avere il tempo di guardarsi meglio intorno, di capire meglio come funziona il mondo.

Siamo su questa Terra a tempo determinato quindi abbiamo un dovere: vivere. Abbiamo il dovere di riempire di vita l’intervallo di tempo tra la nascita e la morte. Come? Rischiando!

Dobbiamo rischiare di cadere per imparare a camminare. Dobbiamo rischiare di perdere per vincere. Dobbiamo rischiare di soffrire per essere felici. Non dobbiamo mai avere paura di dire, di fare, soprattutto di pensare e di essere. Dobbiamo rischiare anche di NON essere: non essere capiti e apprezzati, di non essere simpatici. In fondo, non possiamo pretendere di andare a genio a tutti!

Dobbiamo rischiare di vivere. Solamente rischiando potremo ottenere ciò che desideriamo.

E se poi non lo otteniamo? Non fa niente! Potremo comunque andare in giro a testa alta perché avremo dimostrato di essere coraggiosi, di averci provato.

In fondo, un’esistenza sprecata è solo quella di chi non ha voluto o saputo rischiare di vivere.

Quindi, Amici miei, sentitevi liberi di vivere, di pensare, di amare, di ridere, di piangere, di arrabbiarvi. Lottate con tutte le armi che avete a vostra disposizione. Ma siate onesti: onesti con gli altri e soprattutto con voi stessi perché, presto o tardi, sarete chiamati a fare i conti con la vostra coscienza.

Lei sarà il vostro giudice e, credetemi, sarà inclemente. Non vi perdonerà niente, ma saprà anche riconoscervi quanto di buono avrete fatto per gli altri e per voi stessi.

 

Florinda

Florinda

Nata a Bari e cresciuta nell'hinterland, zitella per scelta altrui, da sempre "personaggio" controcorrente, si spende affinché la Cultura diventi di moda più dei tatuaggi (lei ne ha 9... per ora!) e i giovani imparino che essere individualisti (con una puntina di egocentrismo) è decisamente più appagante del farsi inglobare in un unicum omologato fatto di rituali e convenzioni. Se un dio esiste, lei gli ha chiesto in dono un cervello funzionante rinunciando ad un bel décolleté!

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