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Anch’io scrivo la letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

Sono Florinda, la bimba barese che ti scriveva tanti anni fa. Probabilmente non ti ricorderai di me, ma posso capirlo: è da una vita che non ti scrivo più la mia letterina. Sai, adesso ho quarant’anni ed i capelli bianchi anch’io, come te.

Ovviamente, la mia non è la solita letterina a cui ti avevo abituato da bambina. All’epoca, dopo averti detto che ero stata buona e ubbidiente, che non avevo fatto capricci e che ero la più brava della classe (e non mentivo! Probabilmente ero l’unica bambina sincera al mondo!), ti chiedevo di portarmi uno o due regali, non di più (mi premeva che te ne rimanessero anche per gli altri bimbi del mondo, specie per quelli meno fortunati di me). Puntualmente ne avevo molti di più di quanti ne potessi desiderare e riuscivi sempre a stupirmi con giocattoli che non ti avevo chiesto, ma che mi piacevano più di quelli che io stessa ti avevo “ordinato”.

side_santaOggi non sono più quella bambina, almeno anagraficamente (e a ricordarmelo ci sono i miei acciacchi!); eppure mi ritrovo qui a scriverti. Sai, a volte è bello tornare bambini, recuperare l’innocenza, il candore e l’ingenuità dell’infanzia. Ma io ti parlo di un’infanzia che non esiste più perché, tu lo sai meglio di me, i bambini di oggi non sono come eravamo noi. Ed è davvero un peccato, non trovi?

Sono cresciuta ed ho vissuto tante esperienze, ho visto tanti posti e conosciuto migliaia di persone eppure, in fondo, io sono ancora la bimba che ero trentacinque anni fa, quando ti scrivevo con la penna su un grande foglio a righi, cercando di non fare errori (ancora non avevo iniziato le elementari). Nonostante l’età e le esperienze, sono rimasta troppo buona ed altruista, troppo ingenua per questo mondo ed eccessivamente spontanea, ma non voglio cambiare perché quella è la parte migliore di me.

Bando alle ciance, adesso! Non ti ho scritto solamente per salutarti, mio caro Babbo Natale. Ti ho scritto per farti le mie richieste.

Ma cosa potrà mai chiedere una persona adulta a Babbo Natale? Certo non giocattoli!

Ti chiedo una cosa ben più difficile: ti chiedo un’utopia. Sì, hai capito! Proprio un’utopia.

Ti chiedo di realizzare la mia utopia di un mondo in cui, accendendo la tv, non si debba più sentire di guerre e vedere bambini oltraggiati e derubati dell’infanzia o, peggio, della vita.

Un mondo in cui i politici siano al servizio dell’umanità tutta e non attaccati alla loro poltroncina dorata solamente per riempirsi le tasche.

Un mondo in cui non ci siano le grandi potenze che si fingono paladine dell’equilibrio e della pace mondiale e, poi, vendono armi ai guerriglieri di ogni tipo.

Un mondo in cui non esistano più guerre di religione. E non lo dico da atea! Lo dico solamente da persona che ha capito che dietro ogni guerra di religione si nascondono interessi economici e brama di potere.

Un mondo in cui le banche non gestiscano l’economia e la politica e che non portino al suicidio la povera gente che, con sacrificio, mette da parte due soldini.

Un mondo in cui una coppia che si ama possa decidere di avere dei figli senza porsi il problema di cosa dar loro da mangiare.

Un mondo in cui i genitori anziani non siano assillati dall’incertezza del futuro dei loro figli adulti e disoccupati dopo che loro non ci saranno più.

Un mondo in cui non si debba uscire di casa con la paura di non farvi ritorno per colpa di qualche pazzo esaltato che gioca con le vite umane.

img_20161223_025313Lo so, ti chiedo troppo. So che il regalo che ti chiedo costa tanto. Facciamo così: vedi tu cosa puoi fare. Io, come quando ero bambina, saprò apprezzare ogni tuo sforzo.

Mi rendo conto che ti ho chiesto l’impossibile, ma se non lo chiedo a te, a chi mai potrei rivolgermi? I politici, i banchieri, gli esaltati non perdono certo tempo ad ascoltare una persona qualunque come me parlare della sua utopia di un mondo migliore.

Nel frattempo, ti preparo il solito piattino di dolcetti e il bicchiere di latte caldo per quando passerai da casa mia.

Grazie.

Florinda.

Florinda

Florinda

Nata a Bari e cresciuta nell'hinterland, zitella per scelta altrui, da sempre "personaggio" controcorrente, si spende affinché la Cultura diventi di moda più dei tatuaggi (lei ne ha 9... per ora!) e i giovani imparino che essere individualisti (con una puntina di egocentrismo) è decisamente più appagante del farsi inglobare in un unicum omologato fatto di rituali e convenzioni. Se un dio esiste, lei gli ha chiesto in dono un cervello funzionante rinunciando ad un bel décolleté!

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