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No-vax: i nuovi Ebrei? Mi sa che qui stiamo davvero esagerando!

Su Facebook ho letto l’ennesima cazzata no-vax e inizio a perdere davvero la pazienza!

Inizio ad avere l’impulso di commentare certi post a suon di turpiloquio, improperi e beceri insulti! Non riesco più a star calma di fronte alle minchiate sparate da no-vax e complottisti di ogni genere.
Gente che, nella maggior parte dei casi, non sa coniugare un verbo al presente indicativo! Altra gente che scrive senza conoscere i rudimenti della grammatica! Persone che ti credono pure se dici loro che alieni sono tra noi!
L’ultima cazzata colossale ed offensiva, in ordine di tempo, è quella a firma di una certa Valentina. Non ha nemmeno il coraggio di firmarsi col cognome!
Questa persona ha il coraggio di paragonare i no-pass agli Ebrei!
Ma ci rendiamo conto?!?
Chiunque condivida questo sentimento dovrebbe riaprire un libro di Storia (ammesso che lo abbia fatto a tempo debito!).

Qui di seguito il post, copiato e incollato da Facebook:

“Alcuni si indignano quando si paragona questo periodo ai tempi del nazismo.. ma io faccio una semplice riflessione.
Io non sono vaccinata, non ho intenzione di farlo.
Mentre cammino per strada ho voglia di un gelato e mi fermo al bar. Ma in questo bar vedo un cartello con scritto “divieto di entrata a chi non è vaccinato”.
Allora vado più avanti e vedo un paio di scarpe che mi piacciono e vorrei comprare. Provo ad entrare ma una signora mi ferma e mi chiede il “pass sanitario”.
Rinuncio al gelato, rinuncio alle scarpe.
Penso, vado a fare un poco di spesa…
Ma, arrivata davanti al supermercato, vedo lo stesso cartello e due guardie davanti.
Non posso entrare. Non posso fare la spesa.
Secondo voi, è tanto lontano il sentimento che hanno provato gli ebrei nei primi tempi? Quando ancora potevano camminare liberamente ma piano piano, lentamente, gli veniva tolta ogni libertà?
Io credo che inizialmente, quando non sapevano a che livelli sarebbero arrivati i governanti e la gente del popolo che li appoggiava, credo che si, provavano la stessa cosa che proverei io.
Io avrei in più lo spettro di ciò che è accaduto. E allora mi chiedo..”

E continua:  “Fin dove pensate di arrivare voi?…

… Io non potrò entrare nei bar. Non potrò prendere un aereo. Non potrò prendere un treno.
A livello umano.. ditemi. Che differenza c’è tra me e un ebrea nei primi tempi del periodo nazista?
Spesso si ha l’idea che il nazismo sia nato e subito abbia fatto l’olocausto. Ma non è stato così.
Ci sono voluti ANNI prima che la gente accettasse le teorie naziste. Prima che arrivasse a pretenderle.
Anni di manipolazione mentale, di informazioni false. Anni per mettere gli uni contro gli altri. Per fare sviluppare l’odio tra la gente. Anni.
Hanno cominciato piano. Lentamente…
Ripeto. Voi fin dove vi spingerete?
Arriverete a chiuderci in qualche luogo isolato?
Arriverete a farci fare i TSO legandoci alle sedie dopo averci sedato?
Ci impedirete di fare la spesa, di trovare un lavoro, di comprare casa, di partecipare alle feste, di andare al cinema?
Avete già pensato ai “limiti” delle vostre intenzioni? O non ne avete ancora?
Premetto che ieri, come oggi, non vi era alcuna ragione scientifica, logica, razionale, per privare delle loro libertà altri esseri umani.
Questo è un concetto basilare di importanza assoluta.
Nessuna ragione scientifica. Solo questione ideologica
Perché un po’ paura la fate eh…
Fin dove pensate di spingervi? Chiedetelo a voi stessi.”
[pensiero di una ragazza di nome Valentina]

Dunque, iniziamo a chiarire qualche concetto, mia cara Valentina.

Essere Ebreo non significa essere portatore di una malattia che può, in alcuni casi, uccidere. Pur essendo atea fin nel midollo, mi vedo costretta (a ‘sto giro) a difendere una religione: le religioni non sono malattie infettive!
Tornando al focus: gli Ebrei sono stati ostracizzati per volere di un folle che, nella sua mente malata, ha deciso che gli Ebrei (insieme a Rom, Sinti, omosessuali,…) fossero esseri inferiori (secondo quali criteri?) e, come tali, dovessero essere soppressi.
Essere un no-vax, invece, è una scelta personale e ponderata (spero!!!). Essere un no-vax significa assumersi la responsabilità delle proprie scelte di vita. Significa esser consapevole di poter contrarre il virus e di poter essere untore più di quanto non lo siano i vaccinati. (Il dato è certo e comprovato!)
Essere Ebreo non significa essere un pericolo per la salute pubblica mentre essere no-vax… È chiaro il concetto?

Decidere di fare o non fare il vaccino, dunque, è sì una scelta personale,…

… ma essa si ripercuote inevitabilmente sulla salute pubblica. Ci sta che si debba tutelare chi, pur volendo, non può fare il vaccino. E ci sta che lo si faccia isolando chi, sulla carta, rappresenta il pericolo maggiore (voi no-vax). Ordunque, se il non vaccinato si sente ostracizzato è un problema suo e soltanto suo perché la sua piccola libertà individuale (così com’è piccola la libertà individuale di chiunque) finisce lì dove inizia un interesse più grande e prioritario: la salute pubblica. E se questa è tutelata da vaccino e green pass… “a chi tocca nun s’engrugna!”
D’altra parte, ogni scelta comporta rischi e rinunce. Io ho scelto di vaccinarmi anche a costo di danni futuri. Il no-vax deve accettare i suoi, di rischi, vale a dire l’isolamento sociale.
Se qualche no-vax che legge il mio blog si sente offeso dal mio pensiero, pensi a quanto possa sentirsi offeso un Ebreo! Non oso immaginare cosa provi la signora Segre (senatrice a vita) o Sami Modiano, o qualsiasi altro Ebreo scampato all’Olocausto ancora in vita,
Tuttavia, se il mio pensiero offende qualcuno, siete liberi di non seguirmi più. Io non porto rancore!
Florinda

Florinda

Nata a Bari e cresciuta nell'hinterland, zitella per scelta altrui, da sempre "personaggio" controcorrente, si spende affinché la Cultura diventi di moda più dei tatuaggi (lei ne ha 9... per ora!) e i giovani imparino che essere individualisti (con una puntina di egocentrismo) è decisamente più appagante del farsi inglobare in un unicum omologato fatto di rituali e convenzioni. Se un dio esiste, lei gli ha chiesto in dono un cervello funzionante rinunciando ad un bel décolleté!

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